Oggi in Piemonte ci sono un milione e 76mila persone con più di 65 anni, pari al 25,4% popolazione.
Le politiche per gli anziani sono quindi un settore strategico per garantire la sostenibilità della sanità e del welfare.
Eppure, in questi cinque anni, la Giunta Cirio non ha gestito con serietà questo tema.
Ci sono infatti quasi 15mila piemontesi, già in possesso di certificazione di non autosufficienza, in lista d'attesa per un progetto residenziale o domiciliare.
Le priorità sono:
- aggiornare i modelli di cura, ripensando le Rsa e la domiciliarità
- smettere di considerare il malato come un cliente o come un oggetto di cure: è una persona a cui va riconosciuta la sua dignità
- aumentare la spesa sanitaria regionale per le convenzioni in Rsa e anche per la domiciliarità, sulla base del modello nato a Torino nel 2003, poi smontato dalla Giunta Cirio
- preservare gli enti del Terzo Settore che in maggioranza gestiscono le cure residenziali e domiciliari piemontesi per le persone non autosufficienti, evitando di trasformare questo settore in un business.
Leggi tutte le mie riflessioni sulla non autosufficienza in questa intervista su TorinOggi:
C’è anche il video del dialogo tra me e Giuliano Maggiora di Alzheimer Piemonte.https:
Monica Canalis