piemonte
INTERVISTA AL MONDO DI NONE
I. Mi ha colpito leggere sul suo sito web questa frase di don Sturzo: “L’uomo è legato alla sua terra, la sua vita è locale: si muove certo, gira il mondo anche, ma il legame di affetti, di abitudini, di interessi, non è mai spezzato, ed è locale”. Quanto c’è di queste parole nella sua vita? Moltissimo… Sono nata nel 1980 in una famiglia con solide radici piemontesi sparse tra Cumiana in provincia di Torino ed Envie e Crissolo in provincia di Cuneo (il cognome della famiglia materna è Fenoglio). Dopo essermi diplomata al Liceo Classico Porporato di Pinerolo, nel 2003 mi sono laureata con lode a Torino in Scienze Internazionali e Diplomatiche, con una tesi di diritto internazionale sul lavoro forzato in Myanmar e sul ruolo dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro. Da allora la mia vita ha oscillato tra una dimensione globale, fatta di soggiorni all’estero, consulenze internazionali e relazioni interculturali, e una dimensione squisitamente locale di impegno sociale ed educativo sul mio territorio. Locale e globale, Piemonte e mondo, sono da sempre le mie due anime, due facce della stessa medaglia. Aiutare i missionari nei Paesi in via di sviluppo e animare i gruppi giovani del torinese, seguire in loco il rimpatrio assistito di minori stranieri non accompagnati e promuovere a Torino gli incontri culturali dell’Università del Dialogo, collaborare col settore sindacale del centro di formazione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro e avviare la scuola di formazione del Pd piemontese, gestire il project management di fondi comunitari e partecipare al gruppo teatrale del mio paese. La Romania, l’Indonesia, la Costa d’Avorio e il Bénin sono parte integrante della mia esperienza di vita tanto quanto il contesto rurale del profondo Piemonte, in cui sono nata e in cui tutt’ora vivo.
II. Si può dire che la sua esperienza “politica” sia nata molto lontano dall’Italia. In quale misura è servito alla sua formazione personale e politica questo tratto di strada della sua vita?
Mi ha aperto la mente, insegnandomi a non spaventarmi di fronte alla diversità e all’ignoto e ad affrontare gli imprevisti con un briciolo di sana incoscienza. Gli anni che ho trascorso all’estero (Romania, Indonesia, Costa d’Avorio, Bénin) mi hanno formata profondamente, rendendomi più forte e matura.
III. Lei ha aderito, sin dalla sua nascita, al Partito Democratico. Come tanti, ha creduto alla possibilità di poter coniugare, pur con sensibilità diverse, l’anima del Cattolicesimo Democratico con quella uscita dal PCI e dai DS. E’ sempre convinta di aver fatto la scelta giusta o, tornando indietro, cambierebbe?
Solo un partito di grandi dimensioni può portare avanti le grandi riforme che servono al Paese. Credo ancora che il PD sia la risposta giusta ai bisogni dell’Italia, sia per ragioni organizzative dimensionali sia per ragioni metodologiche e ideali. Il PD ha infatti l’aspirazione di coniugare i due grandi Umanesimi del ‘900, quello socialista e quello cristiano, e di farlo mettendo in dialogo le diverse culture politiche. Una sfida non sempre vinta, ma che penso continui a valere la pena di essere tentata.
IV. Che cosa pensa della situazione politica italiana e, scendendo più nel particolare, cosa pensa del PD a guida Elly Schlein?
Sostenni Stefano Bonaccini alle primarie del 26.2.2023, ma va riconosciuto a Schlein un grande coraggio e una ventata di novità. E’ la prima volta che abbiamo una guida femminile e under 40, dobbiamo sostenerla, con onestà e lealtà e con una democratica dialettica interna. Misureremo i primi risultati alle europee e alle regionali.
V. Spulciando le varie statistiche, ho notato che lei è una virtuosa del Consiglio Regionale del Piemonte con il 97% della presenza alle sedute e con il 93% di partecipazione alle votazioni. Sembrano quasi dei dati “fantascientifici” se confrontati con quelli di tanti suoi colleghi in Consiglio Regionale (compreso il Presidente Alberto Cirio). Domanda provocatoria: ma chi glielo fa fare?
Da quando sono stata eletta in consiglio regionale mi sono messa in aspettativa dal mio lavoro in Intesa Sanpaolo. Ritengo quindi doveroso dedicare il massimo delle energie al mandato che mi hanno conferito gli elettori.
VI. In questa legislatura regionale lei si è battuta in vari àmbiti. Ne cito alcuni: sanità, ambiente, trasporti, lavoro, assistenza ai più fragili, casa, lotta alle dipendenze. È stato utile o ha sbattuto contro il classico “muro di gomma”?
Su alcuni temi ho effettivamente trovato un “muro di gomma”: non autosufficienza di anziani e persone con disabilità, affidi dei minori, formazione professionale, trasporto ferroviario, contenimento del numero eccessivo di cinghiali, emergenza abitativa, gioco d’azzardo patologico. Su due temi invece sono riuscita ad ottenere una convergenza della maggioranza sulle mie proposte di legge: il sostegno ai consigli comunali dei ragazzi, tema di grande valenza democratica, e il sostegno agli Enti del Terzo Settore, una legge quadro di grande portata per la coesione sociale e il coinvolgimento dei corpi intermedi (organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, cooperative, fondazioni, enti filantropici, società di mutuo soccorso).
Ritengo comunque che anche il lavoro sui temi oggetto di scontro sia stato utile. Abbiamo infatti favorito una maggiore sensibilità nell’opinione pubblica, che ci permetterà di rovesciare norme sbagliate come quella sul Gioco d’Azzardo Patologico e quella su Allontanamento zero, una volta tornati al governo della Regione.
VII. La zona del Nonese è sempre stata un ibrido, situata a metà strada tra Torino e Pinerolo. Alcuni servizi (Cisa 12, Asl TO 5) ci portano verso Nichelino e altri (Acea, Inps, Agenzia delle Entrate) verso Pinerolo. Insomma, non siamo né carne né pesce. Siamo stati, purtroppo, anche i pionieri della delocalizzazione con la chiusura degli stabilimenti Whirlpool (già Indesit). Naturalmente non le chiedo la formula magica, ma cosa si potrebbe fare per dare un’impronta più delineata a questo territorio?
Si potrebbe avviare un dibattito inclusivo e partecipato, aperto agli stakeholder economici e sociali, ma anche ai semplici cittadini, per discutere sul passaggio del comune di None alla zona omogenea Pinerolese della Città Metropolitana o sulla permanenza nella zona omogenea Torino sud. Potrebbe essere un inizio di riflessione sulla collocazione istituzionale.
Per quanto riguarda le crisi aziendali, servirebbero fondi ministeriali per attrarre e trattenere le imprese, ma soprattutto servirebbe una politica industriale complessiva e strutturata. La vocazione manifatturiera del nostro territorio è sempre più a rischio.
VIII. Tra pochi mesi saremo chiamati alle urne per rinnovare il Consiglio Regionale. Tornerà a candidarsi? Preferirebbe un PD autoreferenziale o un PD protagonista di un campo largo?
La mia comunità politica mi ha chiesto di ricandidarmi, sì. Spero di poter essere ancora all’altezza di un compito così appassionante ed impegnativo, al servizio della nostra Regione.
Vorrei un PD capace di costruire una politica delle alleanze, salvaguardando la propria credibilità e la coerenza dei contenuti e dei programmi.
IX. Voglio terminare questa intervista con il pensiero di Benigno Zaccagnini, che ho letto sul suo sito: “La politica o è tensione morale o non è politica” e le chiedo di salutare i lettori de “il mondo di None”.
Senza ideali e senza cultura politica, ci si riduce al pragmatismo e alla lotta per il potere. La domanda di fondo è: per chi facciamo politica? Per noi stessi o per la povera gente? Per vanità, per un tornaconto personale, per sete di potere e di denaro o per fare un servizio alla popolazione e al territorio? E’ un dilemma da cui nessuno è immune e che dobbiamo ripeterci ogni giorno, per non snaturare il nostro impegno politico e mantenerci genuini e disinteressati.
Spero di ritrovare presto gli amici di None nelle prossime battaglie per una sanità regionale più puntuale e per trasporti più efficienti.